ABOUT

Pino Daniele?

Il nero a metà, l’americano della nuova Napoli che sognava di veder passare la nuttata, il mascalzone latino, il Lazzaro felice, l’uomo in blues, il musicante on the road, il neomadrigalista, cantautore che negli anni in cui dominava il messaggio non mise mai in secondo piano la musica, pur avendo cose da dire, e che cose.
A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta Pino inventa una nuova lingua, anzi un lingo, gioca con le melodie assimilate in piazza Santa Maria La Nova, i racconti di munacielli e belle ’mbriane delle zie, il rock e il jazz come sogno americano, il vento di rivoluzione che scuote Napoli negli anni dell’impegno che naufragherà nel disimpegno poi detto riflusso.

Come Carosone riflette sull’America che è in lui e nella sua musica, utilizzando la rabbia al posto dell’ironia, un piglio da capopolo newpolitano al posto dello sfottò, che pure permea il suo canzoniere da Masaniello ma non troppo. Il suo leggendario supergruppo mostra all’Italia che nella canzone c’è un Sud competitivo, che sa parlare alla nazione intera anche usando il dialetto, segna l’apice del neapolitan power, ma anche la fine: quando il sogno collettivo dell’orgoglio vesuviano lascia il passo alle carriere soliste, Daniele prende il volo, ma ha già scritto pagine destinate a rimanere, fondendo la melodia partenopea con il rock-blues, la canzone di protesta con la saudade del Vesuvio.

Pino Daniele?

The half-black, American of the new Naples that dreamed of watching the nuttata (nightime) pass by, the Latin scoundrel , happy Lazarus blues man, the musician on the road, the neo- madrigalist songwriter who ,during the years when the message was dominant ,never put the music in the background despite having things to say, and what things, indeed! Between the seventies and eighties Pino invented a new language, a lingo actually, playing with melodies assimilated in Piazza Santa Maria La Nova, and beautiful stories of munacielli ‘mbriane delle zie, rock and jazz like the American dream with the wind of revolution that shook Naples in the years of commitment and then perished into the reflux.

Like Carosone ,he thinks about the American that is in him and his music, using anger instead of irony, an air of capopolo newpolitano instead of mockery, which also permeates his songbook by Masaniello, but not too much. His legendary super group shows Italy that in the song there is a competitive South that can speak to the nation as a whole even in dialect marking the culmination of Neapolitan power, but also the end: when the collective dream of Vesuvian pride gives way to solo careers. Daniele takes off, but has already written pages intended to live on by blending Neapolitan melodies with rock-blues and protest songs with the Saudade of Vesuvio.

Pino Daniele?

Le noir à moitié, l’américain de la nouvelle Naples, qui rêvait de voir passer la nuit, le “mascalzone latino”, le Lazare heureux, l’homme en blues, le musicant on the road, le néomadrigaliste ; auteur-compositeur-interprète qui ne mit jamais la musique au second plan aux années où le message dominait, même s’il avait des choses à dire et quelles choses! Au tournant des années 1970 et 1980, Pino Crée une nouvelle langue, ou mieux un lingo ; il joue avec la mélodie, assimilée en Piazza Santa Maria la Nova, avec les récits de Monacellos et “‘e belle ‘mbriane” des tantes, avec le rock et le jazz comme rêve américain, et avec le vent de révolution qui ébranle Naples, pendant les années de l’engagement qui échouera dans le désengagement, successivement dit reflux.

Comme Carosone, il réfléchit sur l’Amérique qui est en lui et dans sa musique, en utilisant la colère à la place de l’ironie, un air de chefpeuple newpolitain à la place de la moquerie, qui imprègne aussi son recueil de chanson de Masaniello mais qui ne l’imprègne pas beaucoup. Son légendaire supergroupe montre à l’Italie que, dans la chanson, il y a un Sud compétitif qui est capable de parler au pays entier, même s’il utilise le dialecte. Il marque le sommet du neapolitan power, mais il marque sa fin aussi : quand le rêve collectif de l’orgueil vésuvien fait place aux carrières en solo, Daniele s’envole, mais il a déjà écrit des pages destinées à rester, en combinant la mélodie parthénopéenne avec le rock-blues : la chanson de protestation avec la saudade du Vésuve.

“Dopo il ” 68″  la musica aveva una grande forza sociale, era l’espressione di una generazione pronta a cambiare il mondo! La musica veniva suonata nelle cantine, nei locali, per la strada, nella stazione.. e in Italia ricordo c’erano tantissimi gruppi ed artisti che credevano nel potere della musica; io ho avuto la fortuna di crescere in questo clima.
(Pino Daniele)

Una voce, una chitarra e un po’ di blues, di rock, di soul, di funky, di suoni arabi, di radici napoletane, di jazz, di salsa, di samba, di taramblù… quel posto magico dove la tarantella incontra Robert Johnson

 

Il brano che dà il titolo al suo disco d’esordio, “Terra mia”, del 1977, sta a Partenope come “This land is my land” sta all’America di Woody Guthrie con un’aggiunta di sofferenza e consapevolezza storica che non è mai autocompatimento, ma il brano che apre il disco, “Napule è” è qualcosa di più, il canto di una generazione, l’ultima speranza prima della disillusione, poesia e rabbia, il dolore e il sogno impossibile di una città/nazione salvata dai ragazzini, anzi dai “criature”, dal loro canto ingenuo, pulito. E, sia detto senza dubbio alcuno, una melodia da applausi. Nel 1979 “Pino Daniele” mette insieme capolavori come “Je sto vicino a te”, “Chi tene ‘o mare”, “Je so’ pazzo”, “Chillo è nu buono guaglione”, “Ue man!”, “Il mare”, “Putesse essere allero”, E cerca ‘e me capì” con un’ispirazione che lascia allibiti per lucidità e varietà: mente la canzone d’autore italiana si piega al messaggio, lui la libera da ogni stilema, rischia le parolacce che lo fanno trasmettere alla radio, parla di diversità e di ecologia prima che i temi diventino di moda. Il sound è travolgente, attorno a lui i colleghi cantautori puntano solo sulle parole, qui c’è ritmo da vendere, grondano groove imparati nei locali degli americani della Nato a Napoli.

 

“Nero a metà”, omaggio a Mario Musella e prima autodefinizione in musica, è il disco del grande successo, l’incrocio definitivo tra melodie veraci e richiami rock applicati a raccontare sentimenti come l’”Alleria” o l’”Appocundria”, prima di dichiarare la propria passione: “A me me piace ‘o blues”. Nell’Italia degli slogan politici accompagnati da chitarre scordate, il treno del supergruppo newpolitano fa faville, quel blues latino apre il mitico concerto di Bob Marley a San Siro.

 

L’apoteosi di quella prima stagione, l’apice e la fine di quell’orgoglio napoletano si registra il 19 settembre 1981: piazza del Plebiscito, allora un parcheggio e non certo il salotto buono della città, si riempie di duecentomila persone, nessune se le aspettava, forse è il primo megaconcerto italiano. Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito e uno straordinario James Senese accendono una notte tenerissima, indimenticabile. Ma Pino, che pure cattura quella stagione in un altro lp epocale come “Vai mò” (1981) e in brani come “Yes I know my way”, “Viento ‘e terra”, “Sulo pe’ parlà” e “Have you seen my shoes”, è talento irrequieto, ha bisogno di guardare al mondo, Napoli non gli starà mai stretta, ma il suo futuro ora è una raccolta impressionante di collaborazioni internazionali, di aperture ad altri suoni, altre storie.

A voice, a guitar and a bit of blues, rock, soul, funk, Arab sounds, Neapolitan roots, jazz, salsa, samba, taramblù.. that magical place where Robert Johnson met the tarantella

 

The song title of his debut album, “Terra Mia”, 1977, is to the Parthenope as “This Land Is Your Land” by Woody Guthrie is to America, with an added suffering and historical awareness that is never self-pity but the song track that opens the album .”Napule è” is something more; it’s the song of a generation, the last hope before the disillusionment, poetry and anger, pain for the impossible dream of a city / country saved by the children, the “criature”, and from their naïve, clean song. And, it is without any doubt, a melody by applause. In 1979 “Pino Daniele” put together masterpieces such as “Je’ sto vicino a te”, “Chi tene ‘o mare”, “Je so’ pazzo ‘,” Chillo è nu buono guaglione “,” Eu man “,” Il Mare “,” Putesse essere allero “E cerca ‘e mi capi” with an inspiration that leaves speechless lucidity and variety while Italian songwriters bend to the message, freeing himself from the stylistic, risking swear words that were transmitted by the radio, and speaking of diversity and ecology issues before they became fashionable. The sound is overwhelming and while his fellow songwriters focus only on words, here is endless rhythm , drip groove learned from the American Nato clubs in Naples.

 

“Après 1968, la musique avait une grande force sociale, elle était l’expression d’une génération prête à changer le monde! La musique était jouée dans les caves, dans les clubs, sur la route, dans les gares et en Italie, Je me souviens, il y avait bien des groupes et artistes qui croyaient dans le pouvoir de la musique; J’ai eu la chance de grandir dans ce climat “
(Pino Daniele)

 

“Nero a metà”, a tribute to Mario Musella and his first self-definition in music, a record of great success and the final crossover between true melodies and rock references applied to describe feelings as in ‘”Alleria” or’ “Appocundria” before declaring his passion: “A me me piace ‘o blues”.
In Italy with the political slogans accompanied by forgotten guitars , the train of the super \group newpolitano made sparks and their Latin blues opened the legendary Bob Marley concert in San Siro.

 

The apotheosis of that first season, the peak and the end of that Neapolitan pride recorded on September 19, 1981 in Piazza del Plebiscite, then a parking lot and certainly not the parlor of the city, was filled with two hundred thousand people and no one had known that it would be perhaps the first mega-concert in Italy with Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito and James Senese lighting up the great ,tender ,unforgettable night . But Pino, who also captured that season in another epochal lp such as “Vai mò” (1981) and in other songs like “Yes I know my way”, “Viento è terra”, “Sulo pè parlà” and “Have you seen my shoes “, is a restless talent and he needs to look at the world. Naples will always be a part of him , but his future is now an impressive collection of international collaborations, openings to other sounds and other stories.

Une voix, une guitare et un peu de blues, de rock, de soul, de funky, de sons arabes, de racines napolitaines, de jazz, de salsa, de samba,  de taramblù… ce lieu magique où la tarantelle rencontre Robert Johnson

 

La chanson qui donne le titre à son premier album “Terra mia”, de 1977, est à Partenope ce que “This land is my land” est à l’Amérique de Woody Guthrie avec un ajout de souffrance et de sensibilisation historique qui n’est jamais auto-commisération. Mais la chanson “Napule è”, qui ouvre l’album, est quelque chose de plus, le chant d’une génération, le dernier espoir de la désillusion, la poésie et la colère, la douleur et le rêve impossible d’une ville/nation, sauvée par des petits enfants, ou mieux par des “criature” (enfants), par leur chant naïf, sain. Et, qu’il soit dit sans aucun doute, c’est une mélodie de applaudissement. En 1979, “Pino Daniele” met ensemble chefs-d’œuvre comme “Je sto vicino a te”, “Chi tene ‘o mare”, “Je so’ pazzo”, “Chillo è nu buono guaglione”, “Ue man!”, “Il mare”, “Putesse essere allero”, E cerca ‘e me capì” avec une inspiration qui laisse abasourdi pour lucidité et variété : pendant que la chanson italienne d’auteur se plie au message, il la rend libre de chaque style mais il risque les gros mots qui le font diffuser à la radio, il parle de diversité et d’écologie avant que ces sujets soient dans le vent. Le sound est écrasant, autour de lui les collègues auteurs-compositeurs-interprètes ne misent que sur les mots, ici il y a du rythme à la pelle, expriment groove, appris dans les clubs des Américains de l’OTAN à Naples

 

” Après 1968, la musique avait une grande force sociale, elle était l’expression d’une génération prête à changer le monde! La musique était jouée dans les caves, dans les clubs, sur la route, dans les gares et en Italie, Je me souviens, il y avait bien des groupes et artistes qui croyaient dans le pouvoir de la musique; J’ai eu la chance de grandir dans ce climat “
(Pino Daniele)

 

“Nero a metà”, hommage à Mario Musella et première auto-définition en musique, est l’album du grand succès, le croisement définitif entre mélodies véritables et rappels rock, appliqués à raconter sentiments comme l’”Alleria” ou l’”Appocundria”, avant de déclarer sa passion: “A me me piace ‘o blues”. Dans l’Italie des slogans politiques, accompagnés par des guitares désaccordées, le train du supergroupe newpolitain fait bonne impression, ce blues latin ouvre le fabuleux concert de Bob Marley à San Siro.

L’apogée de cette première saison, le sommet et la fin de cet orgueil napolitain s’enregistre le 19 septembre 1981: Piazza del Plebiscito, à l’époque un parking et non le bon salon de la ville, se remplit de deux cent mille personnes, personne ne s’y attendait, sans doute, c’est le premier méga-concert italien. Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rimo Zurzolo, Tony Esposito et un extraordinaire James Senese démarrent une nuit très tendre, inoubliable. Mais Pino, qui capture aussi cette saison dans un autre lp mémorable comme “Vai mò” (1981) et dans chansons comme “Yes I know my way”, “Viento ‘e terra”, “Sulo pe’ parlà” et “Have you seen my shoes”, c’est du talent tourmenté, il a besoin de regarder le monde, Naples ne le fera jamais sentir mal à l’aise, mais son futur est maintenant une recueil de collaborations internationales, d’ouverture à d’outres sons, d’outres histoires.


“La mia funzione è raccontare delle storie.
Quando scrivo una canzone sono molto autobiografico, racconto quello che mi appartiene, che è nelle mie radici, non riesco a raccontare storie di altri. Secondo me un’emozione è l’unica cosa che vale veramente la pena di comunicare agli altri: qualunque sia il prezzo, vale sempre la pena”

(Pino Daniele)

“Bella ‘mbriana”, del 1982, parla di tradizioni dimenticate, anticipa la stagione della world music che sarà, eppure coinvolge jazzisti del calibro di Wayne Shorter ed Alphonso Johnson, continuando a mischiare napoletano, italiano ed inglese: “Tutta ‘n’ata storia” e “I got the blues” si muovono tra monacielli ed antiche leggende della città nata con il canto delle sirene.
Due anni dopo, “Musicante” incontra le percussioni brasiliane di Nanà Vasconcelos, la tromba terapeutica di Don Cherry e i suoni d’Africa, senza dimenticare il genius loci di “Lazzari felici” o la capacità di parlare di argomenti-tabù come quelli del contrabbando in mano alla camorra in “Stella nera”.

 

Dal vivo, poi, non ce n’è per nessuno, come sintetizza “Sciò live” (’84) che si spara i sassofoni solisti di Gato Barbieri e Bob Berg accanto a una sezione di fiati formata da Larry Nocella, Juan Pablo Torres e Adalberto Lara. “Ferry boat (’85) guarda ancora ai Sud del mondo, balla la “Dance of baia”, fa salire a bordo nuovi sessionmen stellari come Steve Gadd e Richard Tee.

Il Festival di Montreux, il Canada, l’Olympia di Parigi, il Festival di Varadero a Cuba e l’Arena di Verona aprono le porte alla corrente del golfo che arriva con Pino, italiano da esportazione, ora anche produttore, di Richie Havens (“Non ci potevo credere, sono cresciuto con il mito di “Woodstock” ed ora lavoro con l’uomo di “Freedom”) in “Common ground” (’83).

Esplorate le strade del blues, del jazz-rock, di quella che in quegli anni si chiama fusion, Daniele guarda sempre di più ai suoni del mondo, i concerti in Francia gli mostrano che esiste una musica “altra”, lontana dal dominio angloamericano, vicina tra l’altro a quella delle sue radici.

 

“Bonne soirèe” (’87) è un canto latino, mediterraneo, africano, arabo, impreziosita dai contributi di Mino Cinelu e Jerry Marotta. L’arab rock inizia qui e prosegue in “Schizzichea with love” (’88), mentre continua anche la collaborazione con l’amico Massimo Troisi, per cui ha già scritto le colonne sonore di “Ricomincio da tre” (’81) e “Le vie del signore sono finite” (’87), prima di sfociare nel capolavoro di “Quando”, scritta con l’amico per “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” (’91).

‘Bella’ mbriana “, 1982, speaks of forgotten traditions, anticipating the season of world music that would be involving jazz luminaries such as Wayne Shorter, Alphonso Johnson, continuing to mix Neapolitan, Italian and English:” Tutta ‘n’ata storia “and” I Got the Blues “move between monacielli and ancient legends of the city that started with the singing of the sirens.
Two years later, “Musicante” met the Brazilian percussion of Nana Vasconcelos, the trumpet of Don Cherry and the therapeutic sounds of Africa, not forgetting the genius loci “Lazzari felice” or the ability to talk about taboo topics-such as smuggling through the hands of the Camorra in “Stella nera”.

On stage ,then , no one is catered to as outlined in “Sciò live” (’84), who shoots the sax solos by Gato Barbieri and Bob Berg next to a wind session formed by Larry Nocella, Juan Pablo Torres and Adalbert Lara. “Ferry boat (’95) still looks to the South, ” Dance of the bay “, brings on board new stellar session men like Steve Gadd and Richard Tee.

 

The Montreux Festival, Canada, the Olympia in Paris, Festival of Varadero in Cuba and the Arena di Verona have opened its doors to the Gulf Stream that comes with Pino, an Italian export, now also a producer, (“I could not believe I grew up with the myth of” Woodstock “and now I’m working with the man(Richie Havens) of “Freedom”) in “Common Ground” (’83).

He explored the streets of blues, jazz-rock, in those years of what was called fusion, and Daniele looked more and more to the sounds of the World. The concerts in France showed him that there was other music ” than the Anglo-American domain and closer to his roots .

 

“Bonne soirèe”(’87)is a Latin ,Mediterranean, African, Arab song made precious by the contributions of Mino Cinelu and Jerry Marotta. The Arab rock starts here and continues in “Schizzichea with love” (’88),
while continuing the collaboration with his friend Massimo Troisi, for which he had already written the soundtracks for “Ricomincia da tre” (’81) and “Le vie del signore sono finite” (’87), before throwing himself into the masterpiece , “Quando”, written with his friend for “Pensavo fosse amore e invece un calesse” (’91).

“Bella ‘mbriana”, de 1982, parle de traditions oubliées, anticipe la saison de la word music qui sera. Et pourtant il implique des jazzmen de la trempe de Wayne Shorter et Alphonso Johnson, en continuant à mélanger napolitain, italien et anglais: “Tutta ‘n’ata storia” et “I got the blues” bougent entres monacellos et anciennes légendes de la ville, née avec le chant des sirènes.
Deux ans plus tard, “Musicante” rencontre la batterie brésilienne de Naná Vasconcelos, la trompette thérapeutique de Don Cherry et les sons d’Afrique, sans oublier le genius loci de “Lazzari felici” ou la capacité de parler de sujets-tabu comme le sujet du contrebande aux mains de la Camorra en “Stella nera”.

En direct, il n’a pas de comparaison, comme le synthétise “Sciò live” (’84) qui fait écouter les saxophones solistes de Gato Barbieri e Bob Berg, à côté d’une section d’aérophone, formée par Larry Nocella, Juan Pablo Torres e Adalberto Lara. “Ferry boat (’85) regarde envers les Sud du monde, danse la “Dance of baia”,fait figurer de nouveaux sessionmen comme Steve Gadd ey Richard Tee.

Le festival de Montreux, le Canada, l’Olympia de Paris, le Festival de Varadero à Cuba et l’Arène de Vérone ouvrent les portes à la gulf stream qui arrive avec Pino, italien d’exportation, maintenant producteur, aussi, de Richie Havens (“Je n’y croyais pas, j’ai grandi acev le mythe de “Woodstock” et maintenant je travaille avec l’homme de “Freedom”) en “Common ground” (’83)
Explorées les rues du blues, du jazz-rock, de la musique qu’on appelle fusion à cette époque-là, Daniele regarde de plus en plus aux sons du monde, les concerts en France lui montrent qu’il y a une musique “autre”, lointaine du domaine anglo-américain, voisine à celle de ses racines.

 

“Il y a Naples qui voyage dans ma tête, une Naples imaginaire ou une Naples qui m’appartient et qui ne me quittera jamais. Même si je ne vis plus à Naples, je représente certaines choses”. (Pino Daniele)

 

Bonne soirèe” (’87) est un chant latin, méditerranéen, africain, arabe, enrichi par des contribution de Mino Cinelu et Jerry Marotta. L’arab rock commence ici et continue en “Schizzichea with love” (’88), pendant qu’il continue aussi la collaboration avec l’ami Massimo Troisi, pour lequel il avait déjà écrit les bandes sonores de “Ricomincio da tre” (’81) et “Le vie del signore sono finite” (’87), avant d’écrire le chef-d’œuvre de “Quando”, écrite avec l’ami pour “Je croyais que c’était de l’amour” (’91).


“A me piace suonare,
la musica per me è un codice, un modo per comunicare.
Oggi ci sono tanti mezzi per comunicare, ma molti non hanno più la disciplina dello strumento, la capacità di comprendere la musica come un codice.
In giro non c’è rispetto per la musica, non c’è educazione alla musica”

(Pino Daniele)

“Mascalzone latino” (’89) è un ritorno all’acustico, tra omaggi alla Magnani (“Anna verrà”) e San Gennaro (“Faccia gialla”), tra “Sambaccussì” e “Carte e cartuscelle”. Un disco delicato, importante, ma anche di transizione, mentre il fronte del palco fa registrare il tour europeo di “The night of the guitar”, supergruppo di virtuosi della sei corde che vede il napoletano al fianco di gente del calibro di Randy California, Robby Krieger, Leslie West, Phil Manzanera, Steve Hunter…

 

Gli anni Novanta incombono con un altro cambio di pelle, con un’altra svolta creativa: “Un uomo in blues” (’91) sa cantare l’Italia che cambia: ”’O scarrafone” denuncia la xenofobia nell’aria con ironia e ritmo, mentre in “Che soddisfazione” garrisce la chitarra di Mick Goodrick e il titolo del disco, un successo in hit parade, gioca ancora una volta a trovare un nuovo appellativo per il cantautore. “Sotto ‘o sole” (’92) schiera la voce recitante di Troisi in “Saglie, saglie”, due anni dopo arriva il boom di “Che Dio ti benedica” con Ornella Muti protagonista del videoclip del brano che dà il titolo all’album, uno straordinario successo commerciale che presenta Daniele a una nuova generazione di fans e con lui i suoi ospiti d’eccezione: Chick Corea, Ralph Towner, ma anche Bruno De Filippi.

 

La forma canzone, la scelta dell’italiano come lingua principale, una maturità vocale evidente, il sound d’impatto sono le caratteristiche di questa nuova stagione, che dal vivo convive sempre con gli antichi splendori come testimonia il live “E sona mò” (’94). Un pop-rock molto coinvolgente abbinato a raffinatezze strumentali e testi sempre più attenti all’allarme ecologico, come confermato da “Non calpestare i fiori del deserto” (’95) che – forte dei contributi di Jovanotti e di Irene Grandi – non a caso ritorna sulle strade della world music tra una vittoria al Festivalbar e due concerti con Pat Metheny, che peraltro arrivano dopo lo storico tour con Jovanotti ed Eros Ramazzotti.

 

Pino è l’uomo delle collaborazioni, non dei duetti tanto per fare, divide il palco o lo studio di registrazione con i grandi jazzisti ed è sempre più un suonautore, lasciando spesso alla sua chitarra il compito di parlare per lui. Noa, Giorgia e Raiz degli Almamegretta sono le guest star di “Dimmi cosa succede sulla terra” (’97), forte di superhit come “Che male c’è” e “Dubbi non ho”, “Yes I know my way” (’98) rivitalizza l’antico cavallo di battaglia con Jim Kerr dei Simple Minds; nello stesso anno viene invitato dal  M° Luciano Pavarotti a far parte del cast stellare del “Pavarotti & Friends”.

“Mascalzone latino” (’89) is a return to acoustics, including tributes to Magnani (“Anna Verrà”) and San Gennaro (“Faccia Gialla”), between “Sambaccussì” and “Carte cartuscelle”. A delicate record and an important one but also one of transition, while at the front of the stage he marks the European tour of “The Night of the Guitar” a super group of six-string virtuosos who see the Neapolitan alongside the likes of Randy California, Robby Krieger, Leslie West, Phil Manzanera, Steve Hunter …

 

The Nineties are incumbent with another change of skin and with another creative breakthrough: “Un uomo in blues” (’91), he knows how to sing with a changing Italy. ‘O Scarrafone” , denounces xenophobia in the air with humor and rhythm while Mick Goodrick’s guitar flutters in”Che soddisfazione” , also the name of the record. It is a success on the charts and once again a new appellative is found for the singer. “Sotto ‘ o sole” (’92) puts the narration of Troisi in “Saglie,saglie.” Two years later came the boom of “Che Dio ti benedica ” with Ornella Muti starring in the video clip of the song that gives the title of the album-.It became such a remarkable commercial success that Daniele had obtained a new generation of fans and with him were his special guests: Chick Corea, Ralph Towner and Bruno De Filippi.

 

The song form, the choice of Italian as a primary language, a clear mature voice and the sound of impact are the hallmarks of a new season, and when playing live, lives forever with the old splendor as evidenced by the live “E sona mo” ( ’94). A pop-rock and instrumental sophistication coupled with involving texts about increasingly careful ecological alarm, as confirmed by “Non calpestare i fiori del deserto” (’95) something which–with the strong contribution by Jovanotti and Irene Grandi –not by chance signals the return on the road of World music between the victory at Festivalbar and the two concerts with Pat Metheny that came after the historical tour with Jovanotti and Eros Ramazzotti.

Pino is a person of collaborations but he doesn’t do a duet just for the sake of doing one .He has shared the stage and recording studio with jazz greats such as Luciano Pavarotti , and has increasingly become a sound-writer, often leaving the task of his guitar to speak for him. Noa, Giorgia and Raiz Almamegretta were the guest stars of “Dimmi cosa succede sulla terra” (’97), performing strong superhits like “Dubbi non ho” and “Yes I know my way” (’98) revitalizing the old favourite with Jim Kerr of Simple Minds.

“Mascalzone latino” (’89) représente un retour à l’acoustique, entre hommage à Anna Magnani (“Anna verrà”) et à Saint Janvier (“Faccia gialla”), entre “Sambaccussì” et “Carte e cartuscelle”. Un album délicat, important, mais de transition aussi, tandis que l’avant de la scène fait enregistrer le tour européen de “The night of the guitar”, supergroupe de vertueux de la six cordes qui voit le napolitain à côté de gens de la trempe de Randy California, Robby Krieger, Leslie West, Phil Manzanera, Steve Hunter…

Les années 90 incombent avec un autre changement de peau, avec une autre percée créative : “Un uomo in blues” (’91) sait chanter l’Italie qui change: ”’O scarrafone” dénonce la xénophobie dans l’air avec ironie et rythme, pendant que en “Che soddisfazione” piaille la guitare de Mick Goodrick et le titre de l’album, un succès en hit parade, il joue de nouveau à chercher un nouveau nom pour l’ auteur-compositeur-interprète. “Sotto ‘o sole” (’92) fait écouter la voix de Troisi en “Saglie, saglie”, deux ans plus tard, le boom de“Che Dio ti benedica” arrive avec Ornella Muti, protagoniste du vidéoclip de la chanson qui donne le titre à l’album, un extraordinaire succès commercial qui présente Daniele à une nouvelle génération de fans et avec lui ses invités spéciaux : Chick Corea, Ralph Towner, mais Bruno De Filippi aussi.

 

La forme chanson, le choix de l’italien comme lange principale, une maturité évidente, le sound d’impact sont les caractéristiques de cette nouvelle saison, qui, en direct, vit toujours avec les anciens splendeurs omme le témoigne le live “E sona mò” (’94). Un pop-rock très engageant, combiné à sophistications instrumentales et textes de plus en plus attentifs au problème écologique, comme confirmé par “Non calpestare i fiori del deserto” (’95) qui – fort des contributions de Jovanotti et d’Irene Grandi – ce n’est pas pour hasard qu’il fait retour dans les routes de la world music entre une victoire au Festival et deux concerts avec Pat Metheny, qui arrivent d’ailleurs après l’historique tour avec Jovanotti et Eros Ramazzotti.

 

Pino est l’homme des collaboration, pas des duos juste pour faire, il partage la scène ou le studio d’enregistrement avec les grands jazzman comme Luciano Pavarotti, il est de plus en plus un joueur, en laissant souvent à sa guitare le devoir de parler à sa place. Noa, Giorgia et Raiz des Almamegretta sont les guest star de “Dimmi cosa succede sulla terra” (’97), fort de superhit comme “Che male c’è” et “Dubbi non ho”, “Yes I know my way” (’98) donne nouvelle vie à l’ancien cheval de bataille avec Jim Kerr des Simple Minds.

 

“Il y a Naples qui voyage dans ma tête, une Naples imaginaire ou une Naples qui m’appartient et qui ne me quittera jamais. Même si je ne vis plus à Naples, je représente certaines choses”. (Pino Daniele)



“Come un gelato all’equatore” (‘99) e “Medina” (2001) alternano l’italiano al napoletano, le canzoni d’amore a quelle più sociali, il pop al ritorno all’Africa (ci sono Faudel, Salif Keta e Lotfi Bushnaq al fianco di Peter Erskine, Victor Bailey, Rachel Z, Miriam Sullivan, Mike Manieri), ai temi antirazzisti, alla collaborazione con i 99 Posse, a confermare l’interesse del nero a metà per i suoi nipotini, la sua volontà di intercettare sempre le novità di qualità che arrivano dalla sua Napoli. “Zio Pino” lo chiamano, con affetto Raiz come Zulù, a spiegare quanto sia importante la sua lezione anche per le scene successive.

“Passi d’autore” (2004) è forse il più ambizioso dei progetti danieliani, tra omaggi a Che Guevara, Django Reinhardt e Maradona, tra world music e il richiamo ai madrigali di Gesualdo da Venosa.

 

Mentre critica e nostalgici vorrebbero inchiodarlo al suo passato, Pino studia musica, cerca nuovi stimoli e nuovi approdi. “Iguana cafè” (2005) è una sintesi, spiega il sottotitolo, di “Latin blues e melodie” che riprende “It’s now or never”, ovvero “’O sole mio” nella versione presleyana, come singolo, reclamando insieme il doppio passaporto di napoletano d’America.
Prima c’era stato un altro supertour, quello con Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Ron, questa volta fortunatamente testimoniato da un cd e un dvd, in cui i quattro si dividono e si scambiano i repertori come mai visto prima, né dopo, nella storia della canzone italiana.

“Come un gelato all’equatore” (’99) and “Medina” (2001) alternate between Italian and Neapolitan, love ballads to the more social songs, pop, back from Africa (collaborations by Faudel, Salif Keta and Lotfi Bushnaq Alongside Peter Erskine, Victor Bailey, Rachel Z, Miriam Sullivan, Mike Manieri) and anti-racist issues in collaboration with 99 Posse, confirming the interest of being half-black for his nephews and nieces while always intercepting new ideas of quality coming from his native Naples. “Uncle Pino”,he is called and Raiz and Zulu with affection which would explain how important his lessons are for the next phase.

 

“Passi d’autore” (2004) is perhaps the most ambitious of Daniele’s projects. It includes tributes to Che Guevara, Django Reinhardt and Maradona, between world music and a reference to the madrigals of Gesualdo da Venosa. While critics and nostalgics would nail him to his past, Pino continued to study music, try new ideas and new approaches. “Café Iguana” (2005) is a synthesis explaining the subtitle of “Latin blues e melodie,” that incorporates “It’s now or never”, or “‘O sole mio” in a Presley-like version as the single giving him a double Neapolitan-American passport.

 

But before there had been another super tour with Francesco De Gregori , Fiorella Mannoia and Ron. That time , it had fortunately been recorded on a cd and a dvd showing the four artists exchanging their repetoires which had never been seen before or after in the history of Italian song.

“Come un gelato all’equatore” (‘99) et “Medina” (2001) alternent l’italien au napolitain, les chansons d’amour à les plus sociales, le pop au retour à l’Afrique (Ill y a Faudel, Salif Keta e Lotfi Bushnaq à côté de Peter Erskine, Victor Bailey, Rachel Z, Miriam Sullivan, Mike Manieri), aux sujets antiracistes, à la collaboration avec les 99 posse, à confirmation de l’intérêt du noir à moitié pour ses petits enfants, sa volonté d’encontrer toujour la nouveauté de qualité qui arrivent de sa Naples. On l’appelle “Zio Pino”, avec affection Raiz comme Zulù, à expliquer combien soit important sa leçon pour les scènes successives aussi.

“Passi d’autore” (2004) est, sans doute, le plus ambitieux des ses projets, entre hommage à Che Guevara, Django Reinhardt et Maradona, entre world music et le rappel aux madrigaux de Gesualdo da Venosa.

 

Pendant que la critique et les nostalgiques voudraient le fixer à son passé, Pino étudie la musique, il cherche une nouvelle inspiration et des nouveaux harvres. “Iguana cafè” (2005) est une sythèse, il explique le sous-titre, de “Latin blues e melodie” qui reprend “It’s now or never”, c’est-à-dire “’O sole mio” dans la version presleyenne, comme chanson, rappelant ensemble le double passeport de napolitain d’Amérique.
Auparavant, il y avait eu un autre super-tour, le tour avec Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia et Ron, cette fois, heureusement, témoigné par un CD e un DVD, où les quatre se partagent et s’échangent les répertoires comme on n’avait jamais vu dans l’historie de la chanson italien.


Le collaborazioni con i musicisti mi servono per confrontarmi nel dialogo. Si Impara tanto quando suoni con Artisti che sono più bravi di te, impari la vita, non solo le tecniche.
Ogni album è un insieme di tutte le esperienze vissute fino a quel momento ed è anche l’occasione e il veicolo per parlare di te e dei tuoi stati d’animo: è lo specchio di te stesso. Ogni mio disco ha diversi lati, diversi momenti, un po come sono io, E’ come vivere una giornata: non si ha sempre lo stesso umore. Poi c’è il filo conduttore della mia voce, la chitarra, le cose da dire”

(Pino Daniele)

“Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui” (2007) ritrova Tony Esposito e prepara la strada a un evento storico, quello del triplo cd antologico con inediti “Ricomincio da 30”, che cita Troisi e riforma il supergruppo (Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Rino Zurzolo e JoeAmoruso) con l’aggiunta di Chiara Civello e Al di Meola. L’8 luglio il ritrovato dream team vesuviano espugna di nuovo piazza del Plebiscito, ma questa volta ci sono pure Giorgia, Irene Grandi, Avion Travel, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio.

Poi è storia recente tra “Electric jam” del 2009 con il rap di J-Ax e “Boogie boogie man” dell’anno successivo, in cui, oltre all’ex Articolo 31 spuntano Mina, Franco Battiato e Mario Biondi per continuare il gioco delle rivisitazioni eccellenti di un passato che non passa perché è ancora presente, così presente da brillare persino con la griffe di Eric Clapton che cesella alla sua maniera una “Napule è” nell’estate 2011 in quello stadio di Cava de’  Tirreni che ha già visto protagonista tante volte il Lazzaro felice. Poi è il momento del melòrock dell’album “La Grande Madre” (2012), il primo disco prodotto con la sua etichetta discografica con cui cantautore entra nel novero degli artisti indipendenti. Segue il grande ritorno di Pino Daniele in concerto, con un tour (in teatri e palasport) nelle principali città italiane, in Svizzera e negli Stati Uniti, dove fa registrare il tutto esaurito.

Ed è con le sei date sold out al Teatro Palapartenope, con l’evento “Tutta N’Ata Storia – Live in Napoli” che il “mascalzone latino” fa un regalo alla sua città e al suo pubblico: uno spettacolo nuovo, che parte dalle radici della canzone napoletana per raccontare i vari percorsi artistici intrapresi dai grandi musicisti che hanno fatto la storia della musica moderna “Made In Napoli” degli ultimi 40 anni, come Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso e lo stesso Rino Zurzolo. Un evento imperdibile per tutti gli amanti del rock, del blues e del jazz dal sapore mediterraneo, “marchio di fabbrica” che Pino Daniele è riuscito ad esportare in tutto il mondo e a far apprezzare da grandi artisti internazionali, come Eric Clapton, Wayne Shorter, Pat Metheny e tanti altri.

Il 22 gennaio 2013 esce “Tutta N’Ata Storia – Vai Mo’ – Live in Napoli”, il Cd+Dvd dello storico concerto  con cui Pino Daniele festeggiò i 30 anni di carriera in Piazza del Plebiscito a Napoli (2008): il cofanetto, oltre a 2 brani inediti con Phil Palmer (coproduttore insieme a Pino Daniele), Lucy Jules, Steve Ferrone e Michael Feat, contiene 3 importanti duetti con Giorgia, Irene Grandi e Avion Travel.

Il 10 luglio 2013, presso Il Centrale Live – Foro Italico di Roma, Pino Daniele è protagonista di “Sinfonico”, un evento unico dove ripercorre i momenti più significativi della sua straordinaria carriera riletti per la prima volta in chiave sinfonica. Sul palco è accompagnato, oltre che dalla sua storica band, dall’orchestra “Roma Sinfonietta”, composta da un organico di 50 elementi diretti dal M° G.Podio.
Nel dicembre 2013/ gennaio 2014 Pino Daniele, accompagnato dalla sua band storica, torna al Teatro Palapartenope con “Napule È – Tutta N’ata Storia”, 5 serate-evento dedicate al progressive napoletano, dove registra ancora una volta il sold out. Una storia musicale e non solo, raccontata insieme agli artisti che hanno reso grande il progressive napoletano e ai giovani artisti che oggi ne proseguono il cammino. L’Estate 2014 ha visto Pino impegnato in due tour: “Sinfonico a Metà” con l’ausilio dell’orchestra sinfonica Roma Sinfonietta ed il tour “Acustico” con una formazione più intima in quartetto.

”Ma musique est souvent un voyage à travers les expériences musicales, mais à travers les chansons aussi” (Pino Daniele)

 

“Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui” (2007) retrouve Tony Esposito et prépare la route à un événement historique, ceux du triple cd anthologique avec inédits “Ricomincio da 30”, qui cite Troisi et qui reforme le supergroupe (Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Rino Zurzolo et JoeAmoruso) avec l’ajout de Chiara Civello et Al di Meola. Le 8 juillet, le retrouvé dream team vésuvien comble de nouveau Piazza del Plebiscito, mais cette fois il y a aussi Giorgia, Irene Grandi, Avion Travel, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio.

Successivement, c’est histoire récente entre “Electric jam” de 2009 avec le rap de J-Ax et “Boogie boogie man” de l’année suivante, où apparaissent Mina, Franco Battiato et Mario Biondi outre que l’Articolo 31 pour continuer le joue des revisitations excellentes d’un passé qui ne passe pas parce qu’il est encore présent, si présent qu’il brille avec la griffe d’Eric Clepton qui cisèle à sa manière une “Napule è” pendant l’été de 2011 dans le stade de Cava de’ Tirreni qui avait déjà vu comme protagoniste beaucoup de fois le Lazzaro felice. Et puis, c’est le moment du melòrock de “La Grande Madre” (2012), le premier album produit par son label discographique Blue Drag, grâce auquel l’auteur-compositeur-interprète entre au nombre des artistes indépendants. Il suit le grand retour de Pino Daniele en concert, avec un tour (théâtres et palasport) dans les principales villes italiennes, en Suisse et aux États-Unis, où il fait enregistrer tout au complet.

Et c’est avec les six dates sould out au théâtre Palapartenope, avec l’événement “Tutta N’Ata Storia – Live in Napoli” que le “mascalzone latino” offre un cadeau à sa ville et à son public: un spectacle nouveau, qui part des racines de la chanson napolitaine pour raconter les différents parcours artistiques entrepris par les grands musiciens qui ont fait l’histoire de la musique moderne “Made In Napoli” des derniers 40 ans, comme Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso et le même Rino Zurzolo. Un événement à ne pas perdre pour tous les amants du rock, du blues et du jazz au saveur méditerranéen, “marchio di fabbrica” que Pino Daniele a réussi a exporter dans le monde entier et à faire appricier par grands artistes internationaux, comme Eric Clapton, Wayne Shorter, Pat Metheny et bien d’autres.

 

Le 22 janvier 2013 paraît “Tutta N’Ata Storia – Vai Mo’ – Live in Napoli”, le Cd+Dvd du concert historique avec lequel Pino Daniele feta les 30 ans de carrière en Piazza del Plebiscito à Naples (2008): outre que 2 chansons inédites avec Phil Palmer (coproducteur ensemble à Pino Daniele), Lucy Jules, Steve Ferrone et Michael Feat, le box set contient 3 importants duos avec Giorgia, Irene Grandi et Avion Travel.

Le 10 juillet 2013, près de Centrale Live – Foro Italico de Rome, Pino Daniele est protagoniste de “Sinfonico”, un événement unique où il retrace les moments les plus significatifs de son extraordinaire carrière, relus pour la première fois en clé symphonique. Sur la scène, outre que de son historique groupe, il est accompagné de l’orchestre “Roma Sinfonietta”, composée par un organique de 50 éléments, dirigé par le M° G.Podio.

 

Au mois de décembre de 2013/ de janvier de 2014, accompagné de son historique groupe, Pino Daniele fait retour au Théâtre Palapartenope avec “Napule È – Tutta N’ata Storia”, 5 soirées dédiées au progressive napoletano, où il enregistre encore une fois le sold out. Une histoire musicale et pas seulement, racontée avec les artistes qui ont rendu grand le progressive napoletano et avec les jeunes artistes qui en suivent, aujourd’hui, le chemin.

 

L’été 2014 a vu Pino, occupé en deux tours : “Sinfonico a Metà” avec l’aide de l’orchestre symphonique Roma Sinfonietta et le tour “Acustico” avec une formation plus intime en quartet.

In “Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui”(2007) , Tony Esposito returned to prepare the road for a historic event; that of a triple anthological cd with original pieces .”Ricomincio da 30” cites Troisi and re groups the super group of Tullio De Piscopo. James Senese, Tony Esposito ,Rino Zurzolo , Joe Amoruso and in addition, Chiara Civello and Al di Meola. The Vesuvian Dream Team was reunited in the new square of Plebiscito on July 8 but this time they were joined by Giorgia, Irene Grandi,Avion Travel,Nino D’Angelo and Gigi Alessio.

Recent history includes ,“Electric Jam” 2009 and the collaboration with the rap of J-Ax .Then a year later, “Boogie boogie man” was released with collaborations by the ex-Articolo 31 ,Mina, Franco Battiato and Mario Biondi ,continuing to revisit excellent past tracks which are always as current as Napule è” during the amazing live collaboration with Eric Clapton in the summer of 2011 at the Cava dè Tirreni ,the stadium that has seen the protagonist a happy Lazarus many times.

Poi è il momento del melòrock dell’album “La Grande Madre” (2012), il primo disco prodotto con la sua etichetta discografica con cui cantautore entra nel novero degli artisti indipendenti. Segue il grande ritorno di Pino Daniele in concerto, con un tour (in teatri e palasport) nelle principali città italiane, in Svizzera e negli Stati Uniti, dove fa registrare il tutto esaurito.

Ed è con le sei date sold out al Teatro Palapartenope, con l’evento “Tutta N’Ata Storia – Live in Napoli” che il “mascalzone latino” fa un regalo alla sua città e al suo pubblico: uno spettacolo nuovo, che parte dalle radici della canzone napoletana per raccontare i vari percorsi artistici intrapresi dai grandi musicisti che hanno fatto la storia della musica moderna “Made In Napoli” degli ultimi 40 anni, come Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso e lo stesso Rino Zurzolo. Un evento imperdibile per tutti gli amanti del rock, del blues e del jazz dal sapore mediterraneo, “marchio di fabbrica” che Pino Daniele è riuscito ad esportare in tutto il mondo e a far apprezzare da grandi artisti internazionali, come Eric Clapton, Wayne Shorter, Pat Metheny e tanti altri.

Il 22 gennaio 2013 esce “Tutta N’Ata Storia – Vai Mo’ – Live in Napoli”, il Cd+Dvd dello storico concerto  con cui Pino Daniele festeggiò i 30 anni di carriera in Piazza del Plebiscito a Napoli (2008): il cofanetto, oltre a 2 brani inediti con Phil Palmer (coproduttore insieme a Pino Daniele), Lucy Jules, Steve Ferrone e Michael Feat, contiene 3 importanti duetti con Giorgia, Irene Grandi e Avion Travel.

Il 10 luglio 2013, presso Il Centrale Live – Foro Italico di Roma, Pino Daniele è protagonista di “Sinfonico”, un evento unico dove ripercorre i momenti più significativi della sua straordinaria carriera riletti per la prima volta in chiave sinfonica. Sul palco è accompagnato, oltre che dalla sua storica band, dall’orchestra “Roma Sinfonietta”, composta da un organico di 50 elementi diretti dal M° G.Podio.
Nel dicembre 2013/ gennaio 2014 Pino Daniele, accompagnato dalla sua band storica, torna al Teatro Palapartenope con “Napule È – Tutta N’ata Storia”, 5 serate-evento dedicate al progressive napoletano, dove registra ancora una volta il sold out. Una storia musicale e non solo, raccontata insieme agli artisti che hanno reso grande il progressive napoletano e ai giovani artisti che oggi ne proseguono il cammino. L’Estate 2014 ha visto Pino impegnato in due tour: “Sinfonico a Metà” con l’ausilio dell’orchestra sinfonica Roma Sinfonietta ed il tour “Acustico” con una formazione più intima in quartetto.


Il 1º settembre 2014 all’arena di Verona, Pino reinterpreta dal vivo l’album “Nero a Metà” con i membri del gruppo originale; (James Senese al sassofono, Gigi De Rienzo al basso, Agostino Marangolo alla batteria, Ernesto Vitolo al piano e alle tastiere, Rosario Jermano alle percussioni). Sul palco Pino duettò con Elisa, Mario Biondi, Fiorella Mannoia, Emma e Francesco Renga. Il grande successo di pubblico e di critica portarono il progetto in un tour nei palazzetti: il 6 dicembre a Conegliano per proseguire l’11 dicembre a Bari, il 13 a Roma, il 16 e 17 a Napoli e il 22 dicembre ad Assago.

 

Quest’ultimo concerto divenne un doppio album live pubblicato il 9 giugno 2015.

Le 1º septembre 2014 a l’Arène de Vérone, Pino réinterprète, en direct, l’album “Nero a Metà” avec les membres du groupe originaire; (James Senese au saxophone, Gigi De Rienzo au basse, Agostino Marangolo à la batterie, Ernesto Vitolo ao piano et aux claviers, Rosario Jermano aux percussions). Sur la scène, Pino fait un duo avec Elisa, Mario Biondi, Fiorella Mannoia, Emma et Francesco Renga. Le grand succès de public et de critique amenèrent le projet dans un tour dans les arènas : le 6 décembre à Conegliano pour continuer le 11 décembre à Bari, le 13 à Rome, le 16 e le 17 à Naples et le 22 décembre à Assago.

Ce dernier concert devint un double album live, publié le 9 juin 2015.

Il 1º settembre 2014 all’arena di Verona, Pino reinterpreta dal vivo l’album “Nero a Metà” con i membri del gruppo originale; (James Senese al sassofono, Gigi De Rienzo al basso, Agostino Marangolo alla batteria, Ernesto Vitolo al piano e alle tastiere, Rosario Jermano alle percussioni). Sul palco Pino duettò con Elisa, Mario Biondi, Fiorella Mannoia, Emma e Francesco Renga. Il grande successo di pubblico e di critica portarono il progetto in un tour nei palazzetti:il 6 dicembre a Conegliano per proseguire l’11 dicembre a Bari, il 13 a Roma, il 16 e 17 a Napoli e il 22 dicembre ad Assago.

 

Quest’ultimo concerto divenne un doppio album live pubblicato il 9 giugno 2015.


” IO ESISTO GRAZIE A VOI “
(Pino Daniele)